Il caso Valentina – Una storia sbagliata!

È una storia sbagliata – come cantava De Andrè. In questi due anni di lotta per cercare di ottenere un minimo di giustizia, un dato è emerso evidentissimo: non esiste nux vomica per questo paese, ormai l’intossicazione è al parossismo, le metastasi sono ovunque, imbrigliate tra le stringhe del DNA di un popolo che ha smarrito se stesso da tempo immemore.
Abbiamo tentato, con i mezzi che avevamo a disposizione, d’illuminare quel cono d’ombra attorno al quale ruota l’intera vicenda. Ma a un certo punto, ci siamo resi conto che la battaglia presentava notevoli squilibri. In altre parole siamo corsi incontro a un convoglio di cingolati con un solo mortaretto tra le mani.
Nei confronti di quelle persone che ci avevano avvertito: “tanto non otterrete niente, sono intoccabili”, siamo costretti a fare una palinodia. È la verità, questo è il paese dove i veri crimini vengono coperti, spalleggiati, indultati, prescritti. A essi viene permesso di proliferare come larve in una carcasse, nel beneplacito sottobosco dell’impunità. Mentre tanti poveri cristi, vessati dalle sanguisughe di questo governo impazzito, che rubano un pezzo di pane per sfamare i propri figli, diventano ospiti d’eccellenza nelle nostre patrie galere.
La cosa che sbalordisce più di tutte in questa faccenda è il grado di penetrazione e d’influenza che certi ambienti esercitano nei confronti di altri. Un’ingerenza che assume i connotati di una spy story; una sorta di network clandestino, che striscia silenzioso sotto il tessuto della nostra ignoranza per cercare di cambiare tutto affinché ogni cosa rimanga uguale. Giudici e CTU che sembrerebbero venuti fuori dalla penna più integralista di John Grisham, se a tradirli non fosse il loro modo grottesco e balzano di agire. Un network che è sempre in anticipo sulle tue mosse, che prende contatto con il Consulente di parte per ammaestrarlo e addomesticarlo. Cosa risultata evidente nel momento in cui, costui, non è stato in grado di schivare le domande legittime e tecniche poste dalla famiglia e dall’amica del cuore di Valentina (domande elaborate meticolosamente dopo un’attenta e accurata analisi della cartella clinica). Un uomo messo alle strette, che si è contraddetto in più di un’occasione, che ha dimostrato di non aver letto gli incartamenti del caso. Un consulente, il nostro, costretto a compiere una spericolata inversione di marcia, e a rinunciare a una considerevole parte della sua parcella (excusatio non petita?), per arrivare ad ammettere che Valentina è stata ammazzata dalla Superficialità (la maiuscola è d’obbligo) del medico e dell’intero reparto che l’aveva in cura. Imperizia che non sarebbe mai sopraggiunta presso un ospedale più qualificato, come tanti se ne possono trovare a Roma (parole sue), per fare un esempio. Superficialità? Molti assassini ammazzano con superficialità, ma di certo il giudice non considera il fattore come un’attenuante, semmai…
Questo machiavellico intreccio è stato avvalorato dalla testimonianza di un secondo consulente, ormai fuori dall’ambiente ospedaliero, ma all’interno di quello forense, che ha preso in seria considerazione l’ipotesi che a manovrare i fili di questi soggetti, che dovrebbero garantirci un minimo di legalità, possa essere una grossa compagnia assicurativa. Verità? Complottismo? Le due cose, a differenza di ciò che si possa pensare, non sempre viaggiano su binari separati.
Il caso è stato archiviato e non faremo ricorso. È stata una sconfitta? Oppure una vittoria? Per alcuni è palese che si tratta di sconfitta, ma, sembrerà paradossale, per me non è così. Ho visto! E mi è bastato per far accrescere ancora di più la Consapevolezza. Perché quando si ha Consapevolezza, allora si cerca di vivere secondo un modello che ti porta a restare a distanza di sicurezza da determinati ambienti. Consapevolezza! Una virtù ormai derubata alla gente che vive nel costante torpore mediatico. Di un paese che non esiste, di una realtà inventata. Consapevolezza! Che se solo la metà del popolo lobotomizzato avesse, magari tutto questo liquame purulento, nel quale siamo costretti a galleggiare, non esisterebbe.
Alla fin fine, come dice mia nonna: “Stiamo tutti sotto al cielo!”, e io, di certo, non sono qui a voler risvegliare gli zombie – non ho questa presunzione. Io sono qui solo per raccontare una storia. Un storia sbagliata!

PS: a mia sorella non ho niente da dire. Sì, magari potevo dedicare questo tempo per scriverti una poesia, ma penso che tu sappia meglio di me che io scrivo a seconda del mio stato emotivo, e quando sono incazzato, non riesco a scrivere poesie, nemmeno per te sorellina.
Ti voglio un bene dell’anima Vale!

2 thoughts on “Il caso Valentina – Una storia sbagliata!

  1. Ora tutti siamo posti davanti all’orribile verita’,dottori:assassini pubblici,protetti dallo stato. In bocca al lupo a noi,povere cavie ignare.

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