Ospedale Santa Maria Goretti – Reloaded

S. Maria Goretti

Uccidere in nome di un santo non deve essere molto appagante, specialmente per certi ambienti legati alla sfera ecclesiastica (va bene, risparmiatemi le battute sulle Crociate. Ok, non sono battute!); peccato, però, che sono proprio questi ambienti a mantenere inalterato lo stato delle cose, se non, addirittura, a peggiorarlo. Se così non fosse sarebbero loro i primi (figuriamoci!) a manifestare lo sdegno nei confronti di un sistema criminogeno che sempre più gli toglie onorabilità e credibilità, e quindi potenziali clienti. Immaginate se foste voi a detenere il copyright sulla santità e, a un certo punto, una casa automobilistica, che sforna automobili insicure e difettose che provocano cadaveri a destra e a manca, cominciasse a titolare le proprie macchine con i nomi dei santi. Che figura ci fareste? Quanto meno intendereste subito una causa nei confronti della casa automobilistica per ripristinare il vecchio equilibrio, no? Bhe, ma non siamo mica tutti uguali? Alla cerchia la pubblicità lesiva non interessa se è consapevole che il lavoro di indottrinamento, in saecula saeculorum, è più efficace di qualsiasi realtà percepibile. Forse, oltre a prendersi l’8‰ e a evadere l’ICI per svariati miliardi di € l’anno, sarebbe cosa buona se attuassero un’opera di discernimento volta a instillare nella gente il legittimo dubbio che qualcosa di profondamente marcio e corrotto si è radicato nella società odierna, che ci sta trascinando verso una mattanza legalizzata. E invece, ahimè, si continua con il cover up del “Beati i poveri perché a loro apparterrà il regno dei cieli” o del “È più probabile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli”, e via discorrendo; simpatiche come locuzioni se si pensa al fatto che certe parole provengono dalla bocca di chi povero non è di certo, e che addirittura possiede una delle banche più ricche e influenti del mondo. Quello che è sicuro, è che in mano a sta gente, ai poveri apparterrà il regno dell’oltretomba sempre prima del previsto.
Tutto questo per dire che, a volte, colui che crediamo amico si rivela come il peggior nemico.

Abbiamo ricevuto qualche settimana fa questa mail che pubblico di seguito. La riporto in forma anonima per la tutela della privacy.

Posso solo capirvi e starvi vicina nel vostro dolore. Mio suocero è stato ricoverato il 12 Agosto al Santa Maria Goretti di Latina per una Calcolosi. Ora è in coma farmacologico nel reparto di rianimazione. Lui è entrato con le sue gambe in quel dannato Ospedale, e a quanto ci hanno detto…non ne uscirà più. Non era in fin di vita e non era entrato per una malattia grave, le complicazioni dovute alla loro totale incompetenza l’hanno portato a due edema celebrali, e al coma. Stiamo facendo giustizia anche noi. Un abbraccio a voi e un caro pensiero a Valentina.

Stesso periodo, stessa dinamica, stessa tragica sorte toccata a Valentina. C’è da chiedersi: a chi stanno veramente a cuore le sorti di questa macelleria che continua imperterrita a mietere vittime nella maniera più inumana e impunita? Quello che sappiamo di certo è a chi non sta a cuore la nostra sorte.

Alla donna della mail di cui sopra. Hai tutta la nostra solidarietà e il nostro affetto. L’unica arma che abbiamo a disposizione è denunciare questo scempio. Lo Stato, in un modo o nell’altro, un giorno si ricorderà che esiste una cosa chiamata POPOLO, e, come la storia ci insegna, questa cosa non perdona.

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