Lettera della Presidente (2) “Ai nonni della piccola Denise”

Un’altra tragedia è venuta a verificarsi nel nostro paese e oggi dal profondo del mio cuore so cosa stanno provando queste famiglie. Perché l’ho vissuta e lo vivo ancora in prima persona. E’ un dolore lancinante che ti toglie la voglia di vivere. In un attimo la vita cambia perché si viene a pardere la cosa che un genitore ama di più al mondo; è terribile e ingiusto, e ogni giorno ti poni sempre la stessa domanda: perchè? Io non so che senso ha questa vita e credo che nessuno sia in grado di fornirci una risposta. So solo che mi sento vicinissima a queste famiglie e sento che il loro dolore è il mio dolore. Credo che solo chi ha vissuto questo dramma possa comprenderlo, e se non si è forti si rischia di impazzire. Ma bisogna esserlo, per tutti gli altri che ti sono attorno e che come te hanno il medesimo dolore. Credo che la perdita di un un figlio non la si accetterà mai, il solo pensiero di pronunciare la parola morte e legarla a un figlio porta con se uno stato di innaturalezza tale che sembra di vivere perennemente nell’ incubo peggiore che la natura umana possa concepire. Si può accettare la morte di un genitore, per quanto possa essere dolorosa, essa si colloca nel naturale corso della vita, ma quella di un figlio, NO. Categoricamente no. Ma pur non accettandola penso che ci siano modi per alleviarne la convivenza. Ho voluto costituire questa Associazione anche per questo: un punto di ritrovo che ci permetta di dare sfogo al nostro dolore. Io, come qualcuno sostiene, non credo che parlare dei nostri figli possa farci più male di quanto la loro perdita ce ne ha fatto. Nella mia famiglia Valentina è il fulcro di ogni conversazione giornaliera, in quanto lei è ancora parte integrante della nostra famiglia, anzi è il collante che ci permette di sopravvivere a questa immensa sofferenza. Non parlare di lei sarebbe una sorta di atuocensura che ci porterebbe inevitabilmente a perdere il dialogo con gli altri e con noi stessi, situazione che ci condurrebbe certamente verso uno scenario ancora più disastroso. La solidarietà è importante per tutti, ma principalmente per tutte quelle persone che soffrono. Ogni giorno il mio pensiero va a una signora che aveva suo marito in rianimazione con mia figlia. Il 12 agosto ci ritrovammo nella camera mortuaria a piangere i nostri cari. Non lo dimenticherò mai, mi si avvicinò e mi disse: signora solo io la posso capire, sono otto mesi che ho perso mio figlio in un incidente stradale. Mi abbracciò forte e quell’abbraccio lo sento tutt’ora. Mi ha dato molto quell’abbraccio e mi ha insegnato più di quanto si possa immaginare. Oggi sono trascorsi nove mesi da quel 12 agosto, giorno per me maledetto. Ma l’amore dimostratomi da quella donna è ancora vivo e caldo nel mio cuore.
Tutto il mio affetto a la mia solidarietà va a questi genitori ai quali è toccato lo stesso tragico destino. A nessuno dovrebbe toccare una sorte simile. Un dolore del genere non lo si augura nemmeno al peggiore dei nemici.

Vi abbraccio forte forte e vi sono vicina.

Gina.

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